LODOVICO
IL MORO
O
CONDIZIONI USI COSTUMI SINGOLARITA E MEMORABILIAVVENIMENTI DI MILANO SULLA FINE DEL SECOLO XV.
ROMANZO STORICO
DI
GIOVANNI CAMPIGLIO
AUTORE
DELLA STORIA GENERALE D’ITALIA
MILANO
PER GASPARE TRUFFI
MDCCCXXXVII
[iii]
Vari anni sono io diedi in lucealcuni romanzi storici; ma sebbenegià in essi mi ingegnassi di darea questo genere di componimenti lalegge severa di rispettare non falsandolala storia, tuttavia debbo confessareche troppo imperfetti più omeno riuscirono in varie parti que’miei lavori; che io forse riprodurròin avvenire meglio raffazzonati, perora limitandomi a ringraziare il Pubblico[iv]della indulgenza che verso diessi ha dimostrata.
Questo nuovo mio componimentodi egual genere venne da me conmaggior studio lavorato; e speroquindi possa meglio meritare l’attenzionedegli Italiani, a cui presentaal vivo un tempo assai memorabile.Se io pinsi con fedel pennello lo statodi Milano sul terminare del secoloXV; se ritrassi le glorie non menoche le colpe di quell’età notevole;se spiegai con grandi tratti il caratteredi quel Lodovico il Moro tantocelebre e tanto poco a tutta primacomprensibile; e se, ciò facendo, composiun libro che istruisce allettando,e diedi al genere di componimentoche trattai un’importanza maggioreche non ne abbia in generale; avròraggiunto appieno lo scopo che misono proposto.
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Nel 1476, il giorno di santo Stefano, erastato ucciso Galeazzo Maria Sforza, duca diMilano: i congiurati, Giovanni Andrea Lampugnani,Girolamo Olgiati, e Carlo Visconti,credettero far cosa meritoria nel levare dalmondo quel principe, cui contaminava unasfrenata libidine, e talora esecrabile crudeltà:ma il popolo milanese non odiava al par diessi il suo signore; perchè egli allettava la[2]plebe colle pompe, profondea tesori, mostravasiaffabile tutti ammettendo alla sua presenzacoloro che a lui per alcun motivo ricorrevano,e come buon parlatore li rimandavasoddisfatti. E veramente questoduca, colla sua manìa di grandeggiare, aveacontribuito non poco durante il suo dominioad ingentilire i costumi; non già per lo sfoggiostraordinario degli abiti che videsi nellasua corte, e per le pompe inaudite che eglimise in uso; ma perchè, seguendo l’esempiodel padre suo Francesco, favorì le lettere,promosse l’arte tipografica allora recentissima,e fu egli stesso scrittore; diè incremento allamusica ch’ei sommamente amava, tenendotrenta cantori oltramontani al proprio servizio;e, della pittura pure dilettandosi, diè lavoro alpennello di molti artisti, specialmente ne’ suoicastelli di Milano e di Pavia; finalmentela città di Milano fu da lui molto abbellita,ed anche tutta di nuovo lastricata nel 1470.
Alla sua morte, egli lasciava varii figli naturali,ed alcuni legittimi: fra questi Gian-Galeazzogli succedeva; fanciullo ancora, esotto la tutela di Bona di Savoia sua madre:donna di carattere dolce e soave dotata,ed anche di bastante saggezza; ma ch