SIBILLA ALERAMO
TRASFIGURAZIONE
NOVELLA
R. BEMPORAD & FIGLIO — EDITORI
FIRENZE, Via Cavour 20
PROPRIETÀ LETTERARIA
DEGLI EDITORI R. BEMPORAD & FIGLIO
Società per le Industrie Grafiche G. Spinelli & C. Firenze,
Via S. Reparata 89
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Questa novella — l'unica ch'io abbia scritta — comparvenel 1914 in un fascicolo della GrandeIllustrazione ora introvabile. Esce in questi giorniin Francia, in fondo al volume che contiene la traduzionedel “Passaggio”[1] compiuta in modo mirabileda Pierre-Paul Plan, nobilissimo amico mio e dell'Italia.C'è fra i miei lettori fedeli qualcuno che non ha lettoTrasfigurazione, e che scherzando m'ha chiesto se essadovrà subire la sorte di quella tale opera di Diderotche venne ritradotta dal tedesco perchè l'originale franceseera andato perduto. A rassicurarlo ecco questaedizioncina.
S. A.
1. Le Passage nella Collezione dei “Prosateurs ÉtrangersModernes”, editori F. Riéder & C., Parigi, 1922.
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Sono io, sì. Voglio che parliamo un poco;bisogna che io parli, e che tu mi ascolti.Ti do del tu, sì. Da tante settimane non faimentalmente lo stesso anche tu?
Da lontano tu hai pianto, a causa mia. Io hosaputo tutto. Proviamo ad aver coraggio, proviamoa parlare. Di', vuoi? Ti ricordi della miafaccia, dei miei occhi? Una volta mi dicesti cheguardandomi ti sentivi diventare tanto serena.Adesso tremi, e io sono in volto bianca, come tunon mi hai mai veduta. Ma senti che sono forte,e che voglio anche tu lo sia? Bisogna che io ti[10]scriva, e tu mi leggerai, piano. Piano, perchè soffrirai,com'io soffro. Ma io non ho paura, e perchèdevi averla tu? Io so quello che faccio, hoesitato molto, ma adesso sono sicura nel mio cuore.E i miei occhi non sono cambiati dacchè non cisiamo più viste. Ascoltami. Prendi questi fogli evai a leggerli nella tua stanza, o fuori, nei prati,ma che le bambine non vengano intanto a cercarti,nè altri. Dobbiamo essere sole. Sole: el'anima tua vuol essere brava quanto l'anima mia,e la mia crede che la tua le sia uguale, e ti parla,da sorella a sorella.
È già un mese che tu hai pianto a causa mia.Io l'ho saputo parecchi giorni dopo. Tuo maritonon mi ha scritto subito, e poi la sua lettera hamesso una settimana ad arrivare fin quassù. Eglimi ha detto anche che tu andavi già calmandoti,ch'era riuscito a rassicurarti. Dopo non mi ha piùscritto altro di te: ma soltanto, una volta ancora,[11]di sè, del dolore suo e del mio, ch'io anche gliho detto.
Perchè noi, io e lui, soffriamo, ed è ciò primadi tutto che bisogna tu sappia, e bisogna che losappia da me, perchè egli non te lo può dire.A me, sì, può dire il suo dolore. Con te nonosa. Non può sopportare che tu pianga, gli fatroppo male. E soffre in silenzio e ti inganna,pur che tu non pi