LUCIO D'AMBRA
IL MIRAGGIO
ROMANZO
Seconda Edizione
ROMA-TORINO
CASA EDITRICE NAZIONALE
Roux e Viarengo
PROPRIETÀ LETTERARIA
Mia cara Lilla, questo romanzo, cui io metto in fronte iltuo nome come un auspicio di grazia e come un usbergo digentilezza, è tuo di diritto. Tu non mi sei stata solamente consigliera,ma collaboratrice. Ti ricordi le nostre passeggiate peiboschi di Quisisana e lungo i quais della via Caracciolo, al tramonto,durante il mio lavoro? Ragionavamo insieme di questoromanzo, apprendemmo insieme ad amarlo prima che fossescritto. E quante volte nelle nostre fantasticherie non ci sembravache l'irrequieto e doloroso Giuliano Farnese, o la dolceed austera Beatrice, o l'appassionata e delusa Claudina Rosiersfossero stati fra i nostri amici più cari e più intimi? Il sole tramontavae Posillipo sembrava un azzurro frammento di paradisocaduto nel liquido zaffiro del mare, un giorno in cui un dolcepoeta ed un'amica amorosa, nella primavera del loro amore,avevan impetrato dagli dei clementi un po' di paradiso in terra.
Questo romanzo, dunque, ha per te un valore d'affetto. Toltogliquesto, è probabile che nessun altro ne resti per coloroche lo leggeranno. Nè di ciò mi dolgo, poichè solamente miane sarebbe la colpa. Io vorrei però che a questo libro si riconoscesseun sol pregio: quello di essere stato scritto sotto lanorma severa di un convincimento profondo. Questo mio convincimento,derivato dalla lezione della vita e da quella dei romanzi,consiste nel fatto che l'arte non può essere altro chespecchio fedele della vita e che nell'arte senza la sincerità nonv'è salvezza di sorta. Le fastose porpore e gli ori e i broccatidello stile, l'opulenza delle imagini, l'armonia della linea nonpossono oggidì costituir da sole l'opera d'arte, ma solamente lafatica sterile se pur prestigiosa del virtuoso. Il pensiero non puòmancare a un libro odierno e il lettore dovrebbe, dopo sfogliatol'ultimo foglietto, ricavarne un insegnamento o una norma.
Se a questo io son riuscito con questo mio romanzo altridiranno. Io ho voluto far dell'arte il riflesso della vita, e questocon una sincerità illimitata. Oh, il godimento che lo scrittoreprova quando sinceramente scrive quel che sinceramenteha sentito o veduto! Non si hanno più allora i dubbii e le inquietudinie gli scoraggiamenti cui tanti scrittori van soggettidurante l'esecuzione di un loro lavoro. Essendo stato sincero, loscrittore può reputare d'avere adempiuto al massimo dei doveridi chi prende in mano una penna. Mon verre n'est pasgrand, diceva Musset, mais je bois dans mon verre. E questache sembra modestia è invece il più grande orgoglio. Maè un orgoglio benedetto quando si tratta di accingersi a compiereuna più o meno modesta opera d'arte.
Molte delle ultime pagine di questo romanzo, mia caraLilla, sono state scritte in giorni per noi angosciosissimi, tu loricordi. Il nostro piccolo Diego malato, mia madre colpita gravementedalla furia del male. Eppure mia madre pretese ch'ioportassi a termine questo libro, e quante di queste pagine ioho scritto in un'ansia crudele, interrompendomi ogni momentoper passare nelle stanze contigue al mio gabinetto da lavoro audirvi il respiro della cara inferma, a seguirvi gli alti e bassidel male, trepidando. Forse esse si risentiranno di questa febbredurante le quali furono scritte? Non so. Comunque tu, carae do