IL DIAVOLO.


ARTURO GRAF


IL
DIAVOLO


QUARTA EDIZIONE.

MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1890


PROPRIETÀ LETTERARIA.

Tutti i diritti riservati.

Milano. Tip. Fratelli Treves.


[v]

A
EDMONDO DE AMICIS.

Caro Edmondo,

Questo libro lo dedico a te, che fosti soldatoe non hai paura dei brutti musi.

Non è, a dir proprio, una storia ordinata ecompiuta del diavolo, perchè non credo si possafare di tale storia un libro popolare; e un libropopolare appunto intesi far io, un libro cioè chesi potesse leggere senza fatica, ma forse nonsenza qualche gusto, da chiunque non faccia professiondi erudito.

Perciò mi sono studiato di ritrarre il diavolonelle sue svariate sembianze, e nei casi e nelleoperazioni più notabili di quella lunga, affaccendatae rimescolata sua vita; e poichè gli annimigliori della vita di lui, gli anni, direi, dellavirilità rigogliosa e della maggiore operosità epotenza, sono i secoli di quello che noi chiamiamoil medio evo, così entro i termini delmedio evo, assai larghi del resto, costringo lapiù gran parte del mio racconto.

[vi]

Narro e descrivo assai più che non ragioni,e credo d'aver fatto bene, e che di ciò tu m'abbiaa dare piuttosto lode che biasimo. Assai volte,importando quelle innumerevoli tresche, marioleriee meraviglie diaboliche, e le credenze e lesuperstizioni, e i sogni di cui si pascevano quelleanime dei padri nostri, intenebrate di paura ed'ignoranza, avrei potuto indicare i fatti fisiologicie psicologici d'onde il tutto deriva, e dissertarserrato, e farmi onore; ma coloro pe'quali io voleva scrivere, o non m'avrebbero inteso,presto si sarebbero stancati d'intendermi.Mi venne in mente ciò che fanno i marinai soprappresidalla burrasca, quando, per salvareuna parte del carico, buttano in mare l'altra;e, un po' a malincuore, imitai il loro esempio.

Qualcuno potrebbe dirmi: perchè hai tu scrittodi un vano fantasma? perchè non piuttosto dicose vive e reali? e confesso che questa medesimadomanda fec'io più d'una volta a me stesso.Ricordo giorni in cui rimasi come sgomento inpensare che il diavolo, il formidabile re dell'abisso,la cagione di tante cadute, di tanti dolori,di tanti terrori, l'oggetto di tanti ragionamenti,di tante dispute, di tante dottrine, coluiper cui furono versati fiumi di sangue e d'inchiostro,non esiste, non è esistito mai, più inconsistentedella nebbia, più vano dell'ombra. Emi parve doloroso e stolto far di quel nulla unlibro.

Ma poco duravo in quei pensieri, e di nonesserci durato mi applaudo. Chi segna il limiteche separa la vita dalla morte, il reale dal[vii]non reale? Terribile, incoercibile è la forza dellecose che non sono, e molti fra i più poderosifattori della storia della umanità non sono trale cose reali, non furono, non saranno mai. Satanafu un sogno; ma un sogno che rapì neicaliginosi avvolgimenti suoi le generazioni ed isecoli.

Non lo dimentichino coloro che rimpiangono(nè io so loro dar torto) le fedi e le speran

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